Thursday, October 25, 2007

Francesco Tomada


Ho conosciuto Francesco qualche giorno fa, durante la lettura al chiostro dei Frari, a Venezia. Porta l'orecchino ed è un buon padre di famiglia. Fra qualche giorno posterò in Blanc de ta nuque alcune sue poesie. E ciò non perché mi ha scritto questa bella ed umanissima e-mail, ma perché è un bravo poeta.



"caro Stefano,

ho letto e riletto i tuoi libri, e lo farò ancora. ho voglia di farti conoscere qualche impressione che mi è rimasta. io non sono un critico, anzi dico tranquillamente, e senza falsa umiltà, che ci capisco abbastanza poco della scrittura in generale. dunque la mia unica forza è essere sincero.

i tuoi libri mi hanno affascinato dandomi allo stesso tempo un'impressione di grande difficoltà per entrarci. all'inizio ho cercato di capire, forse ero troppo contratto e attento, di smontare il giocattolo. ma anche leggendo introduzioni e postfazioni ci sono riuscito molto, troppo poco. dal punto di vista della costruzione del testo e del libro sei anni-luce avanti a me, le tue parole così asciutte a volte mi pare abbiano un sottobosco che intuisco solo in piccola parte. allora ho un poco cambiato, ho cercato non di piegare le parole al loro significato, ma di inseguirlo e vedere dove portava, alla fine, alla "possibilità e destino".
io non so in che modo lavori ai testi, in che modo vorresti venissero letti e recepiti. per me davvero l'unica cosa è stata seguirli, su coordinate della mente che sono distanti dalle mie. l'effetto è stato straniante, ed al tempo stesso inatteso. una sensazione di distacco profondo dalla realtà che dovrebbe essere ed al tempo stesso una necessità profonda di comunicazione, direi di comunione. [in come a beato confine] bellissimi i versi "dove esilio e morte/ all'infanzia volgono lo sguardo/ come ad anello iniziale". mi ricorda come impatto alcuni dischi da cui semplicemente non sono riuscito a staccarmi per mesi, che senza capire perchè restavano lì a farsi riascoltare o rileggere, nel tuo caso.

adesso ho rinunciato a smontare il giocattolo, vi cerco dentro delle tracce, delle frasi, che mi facciano da indizio per capire da dove mi arriva il senso del tutto. la tua poesia mi sembra davvero "abbandonata all'aria", e dunque per molti aspetti da riprendere, ricostruire dopo essere stati colpiti.
e la sezione "dappertutto" [sempre di come a beato confine] l'ho letta decine di volte. è quella dove mi trovo forse più a mio agio, per così dire; "una lingua stesa tra due vuoti", senza a capo nè punteggiatura nè conforto alcuno a chi legge, neppure di spazi bianchi.

ecco, ci ho messo dieci giorni per scriverti dieci righe. questa è l'impressione. per parlare ancora di musica, mi ricordo anni fa, a venezia, ad uno di quei concerti oceanici con tanti gruppi. applausi, bravi, bravi. poi sono saliti sul palco i sonic youth, mezz'ora di suoni non duri ma distorti, non saprei neanche dire se impenetrabili o troppo penetranti. alla fine diecimila persone a guardarsi in faccia come a dirsi "e adesso?", adesso basta con tutto il resto, si riparte da qui.

non so se ti corrisponde o se no, se ne avrai voglia e tempo fammi sapere. se ho scritto qualcosa che ti ha dato fastidio, me ne scuso.
grazie di questo regalo

con affetto

francesco"
nella foto, scattata da Alessandro Ramberti, Francesco è il primo a sinistra, colto mentre legge. Al suo fianco Giovanni Fierro e il sottoscritto.

Monday, October 08, 2007

letture


Sabato 13 ottobre, nel pomeriggio, leggo a Verona, presso il Palazzo della Gran Guardia (davanti all'arena), in occasione del premio "Montano". Qui il dettaglio.



Domenica 14 ottobre, sempre nel pomeriggio, leggo a Venezia, nel chiostro dei Frari (campo San Polo), in occasione del "Fare Pace. 7° salone dell'editoria di Pace". Qui e qui il programma dettagliato.